I mostri ridevano e applaudivano: "Che bella fortuna! Non avevate niente da guadagnare a fare il monaco. Restate con noi e aiutateci a ritornare ai bei tempi. Brindiamo col vino di palma per festeggiare il vostro ritorno!"
"C'è tempo per i brindisi. Ditemi piuttosto: con quale frequenza vengono qui quei cacciatori?"
"Grande santo" risposero Ma e Liu, "non si può dire con certezza, ma vengono molto spesso, quasi tutti i giorni."
"Oggi li avete visti?"
"No, ma potrebbero venire da un momento all'altro."
"Allora, ragazzi" ordinò il grande santo, "andate tutti a raccogliere sassi e schegge di roccia, e fatene dei bei mucchi regolari disposti qua e là. Ci faccio conto!"
Tutti si sparsero sulla montagna come uno sciame d'api, e presto i mucchi di pietre furono pronti. Allora Scimmiotto disse: "Ora nascondetevi nella grotta e lasciate fare a me."
Il grande santo si arrampicò sulla cima della montagna e vide venir su per i suoi fianchi un migliaio di uomini a cavallo, accompagnati da cani e falconi, armati di lance e spade, con accompagnamento di gong e tamburi. In effetti era gente d'aspetto marziale e feroce:
Hanno spalle coperte dalle pelli di volpe
Ed il torso serrato in giubbe di broccato,
Le faretre contengono frecce a dente di lupo,
Appesi alla cintura recano lunghi archi.
Uomini più crudeli delle tigri in agguato,
Cavalli come draghi, grandi mute di cani;
In gran numero recano, posati sulle braccia,
Falconi incappucciati ed aquile feroci.
Riposte nei panieri tengon armi da fuoco,
Recano centinaia di panie e di forche,
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