Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Il re era ancora in conversazione con Tripitaka. Quando sentì parlare di un terzo genero reale, si rivolse ai suoi ufficiali: "Che storia è questa? Io ho solo due generi."
     "Se dice che è il terzo, sarà il mostro."
     "E sarebbe corretto convocarlo alla mia presenza?"
     "Maestà" intervenne spaventato Tripitaka, "i mostri hanno poteri soprannaturali, penetrano il passato e il futuro, cavalcano le nuvole. Temo che entrerà, se lo vuole, con o senza convocazione. Sarà prudente invitarlo, per evitare inutili discussioni e brutte figure."
     Il re concesse quindi l'udienza e il mostro fu introdotto ai piedi dei gradini dorati ed eseguì impeccabilmente tutto il balletto degli omaggi al sovrano. Era bello ed elegante, nessuno poteva credere che si trattasse di un orco. Agli occhi dei comuni mortali era proprio una persona come si deve. A vedere il suo aspetto dignitoso, il re pensò addirittura di poterlo utilizzare come sostegno del trono, e con questo proposito gli pose domande: "Dove risiede la tua famiglia, mio caro genero? Quali origini ha? Quando hai sposato la mia principessa? Perché hai aspettato finora a render visita ai tuoi suoceri?"

     L'orco si prosternò e rispose: "Signore, il vostro suddito viene dalla Grotta della Luna Marina, sul Monte della Tazza, a est della città."
     "A che distanza si trova questa montagna?"
     "Non è lontana: trecento li."
     "Trecento li! E come ha potuto percorrere questa distanza, mia figlia, per unirsi a te?"
     Il mostro presentò un'abile menzogna: "Caro suocero, il vostro umile suddito ha sempre amato cavalcare e tendere l'arco: vive da cacciatore. Una volta, tredici anni fa, mentre cacciavo con i falconi accompagnato da qualche diecina dei miei servitori, mi capitò di imbattermi in una feroce tigre maculata, che scendeva dal pendio della montagna con una ragazza sul dorso. Scoccai una freccia e abbattei la belva. Quanto alla ragazza, me la portai a casa e la feci rinvenire facendole bere pozioni calde. Le feci domande sulla sua famiglia, ma lei mi nascose di essere di sangue reale. Vi pare che avrei potuto unirmi a lei, se avessi saputo che era la terza principessa di vostra maestà? Semmai mi sarei presentato a palazzo e avrei implorato una posizione che mi rendesse meno indegno di lei. Se la trattenni al villaggio, fu solo perché mi disse di provenire da una famiglia qualsiasi. Ci sposammo per amore e abbiamo convissuto per tutti questi anni. Subito dopo il matrimonio espressi l'intenzione di uccidere la tigre rapitrice, che avevo solo ferita e catturata; ma la principessa si oppose per il motivo espresso in questi versi:


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