Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


Pagina 575
1-100- 200-300- 400-500- 600-700- 800-900- 1000-1100- 1200-1300- 1400-1500- 1600-1700- 1800-1900-1924

[Indice]

     "Non potremmo vederla anche a noi nella sua vera forma?"
     "Certo che potete, non è difficile. Fatemi avere mezzo bicchiere d'acqua pura."
     Il re ordinò a un ufficiale di portare l'acqua. Il genero la prese, si alzò e fece i passi del trucco chiamato scurire gli occhi, fissare il corpo; recitò la formula e, con la bocca, spruzzò un sorso d'acqua in direzione di Tripitaka. Poi gridò: "Cambia!" e lo trasformò in una gigantesca tigre maculata. Il re e la corte videro con i loro occhi

     La bianca fronte e la testa rotonda,
     Corpo zebrato ed occhi lampeggianti.
     Dalle zampe si vedono spuntare
     Venti artigli taglienti e acuminati
     E la gran bocca lascia intravvedere
     Candide seghe di robusti denti.
     Con le orecchie appuntite essa ricorda
     Il gatto, ma la mole è gigantesca,

     Come l'ha il toro bruno di palude.
     I lunghi baffi son fili d'acciaio,
     Fetidi miasmi emana dalla gola.
     Nel veder la gran belva maculata
     Tutti i presenti son terrorizzati.

     Come il re la vide, sentì le sue anime abbandonarlo. Gli ufficiali, spaventati, corsero a nascondersi, salvo i militari più coraggiosi che lanciarono sulla belva i loro uomini, cercando di colpirla con armi di ogni specie: ci sarebbe stato di che fare a pezzi tutti i monaci di un monastero. Gli dèi incaricati della protezione di Tripitaka ebbero il loro da fare per impedire che venisse colpito. Si fece una bella sarabanda fino a sera e si finì per catturare la tigre viva e illesa, incatenarla e metterla dentro una gabbia di ferro, che fu chiusa a chiave in una stanza del palazzo. Il re diede ordine al servizio competente di preparare un grande banchetto per ringraziare il genero, che era arrivato appena in tempo a salvarlo dall'aggressione del finto bonzo.


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]