"Hai ragione, fratello; comincia con il catturarlo e vendicarti. Poi farai come vorrai."
Il grande santo saltò giù dalla roccia su cui si era accoccolato e si precipitò nella grotta, per sostituire la sua tenuta da mostro con la tunica di broccato e il grembiule di pelle di tigre; in breve ritornò all'aperto con il suo randello in mano.
"Grande santo, signore e padre!" gridava spaventata la folla delle scimmie, cercando di trattenerlo. "Dove volete andare? Non fareste meglio a restare qui a darvi bel tempo ancora per qualche anno?"
"Ma che cosa dite, figlioli! Io ho il compito di proteggere il monaco cinese. Tutti, in cielo e in terra, sanno che Scimmiotto è il suo discepolo. Non è che mi ha abbia proprio scacciato: mi ha dato un periodo di licenza per venir qui a vedere come andavano le cose e per prendere un po' di riposo. Ma adesso c'è questa situazione d'emergenza. Mi raccomando, sorvegliate la proprietà e continuate a piantare gli alberi: bisogna aggiungere altri salici e pini. Non siate mai trascurati né approssimativi. Aspettate che abbia accompagnato quel monaco al suo destino e l'abbia riportato nell'Est; poi ritornerò qui a godermi con voi la verità della natura."
Le scimmie, come sempre, accettarono i suoi comandi. Scimmiotto prese per mano Porcellino e montò su una nuvola. Stavano completando la traversata dell'oceano orientale, quando il Novizio disse: "Fermiamoci un momento. Devo scendere in mare a purificarmi."
"Non c'è tempo. Farai il bagno un'altra volta."
"Tu non capisci queste cose. Mi è bastato ritornare pochi giorni fra le mie scimmie per riprendere odore di mostro. Al maestro piace la gente pulita, non lo vorrei stomacare."
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