Porcellino comprese che l'intenzione era buona.
Dopo il bagno, risalirono sulla nuvola e ripresero il viaggio. Presto giunsero in vista di un tetto dorato che rifletteva i raggi del sole, e Porcellino lo additò: "Quella è la casa di Veste Gialla, dove Sabbioso è tenuto prigioniero."
"Tu resta qui, mentre vado a esplorare il terreno di combattimento."
"Che cosa ci vai a fare? L'orco non sarà in casa."
"Lo so."
Che bravo re scimmia! Abbassò la nuvola luminosa e ne scese per esplorare i dintorni della grotta. In un prato, due fanciulli giocavano a 'disputarsi il nido', una specie di volano. Uno aveva una diecina d'anni e l'altro otto o nove. Mentre erano assorti nel gioco, Scimmiotto si avvicinò alle loro spalle, li afferrò per il ciuffo e, senza perdersi a indagare se erano Pierino o Paolino, se li portò via. I bambini terrorizzati si misero a strillare e a piangere. I mostriciattoli della grotta, messi in allarme, corsero dalla principessa ad annunciare: "Signora, uno sconosciuto ha rapito i principini." Infatti erano i figli che la principessa aveva avuto dal mostro.
La principessa corse fuori dalla grotta e vide Scimmiotto in cima a una rupe che stringeva i due bambini per il ciuffo e minacciava di lasciarli cadere nel vuoto. La madre, sconvolta, urlava: "Ehi lassù, non ti conosco nemmeno, perché hai rapito i miei figli? Hanno un padre feroce: se gli succede qualcosa, non credere di cavartela!"
"E così tu non mi conosci. Sono il primo discepolo del monaco cinese, il Novizio, Scimmiotto Consapevole del Vuoto. Il mio condiscepolo Sabbioso è chiuso nel tuo antro. Lascialo andare, e io ti rendo i bambini. Due per uno, fai un buon affare."
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