La principessa si precipitò all'interno, gridò ai mostriciattoli di farsi da parte e liberò Sabbioso con le sue mani.
"Principessa" diceva Sabbioso, "non aprite la mia prigione: quando ritornerà vostro marito se la prenderà con voi. Sarete vittima del suo furore."
"Reverendo, siete il mio benefattore, mi avete salvato la vita aiutandomi a discolparmi di quella lettera. Mi chiedevo come avrei potuto rendervi il favore, quando è avvenuto un fatto inatteso. È comparso il vostro condiscepolo Scimmiotto: mi manda lui a liberarvi."
Alleluia! Al nome di Scimmiotto parve a Sabbioso che ambrosia gli piovesse sulla testa, si sentì il cuore pieno di rugiada. Lo prese una gran gioia, come se sbocciasse la primavera, come se invece dell'annuncio di un arrivo lo avessero coperto di doni d'oro e di giada. Si precipitò all'aperto scuotendosi il vestito per salutare Scimmiotto: "Cadi proprio dal cielo, fratello! Dio sa se c'era bisogno di te! Aiutaci!"
"Benedetto Sabbioso! Quando il maestro recitava il suo incantesimo per stringermi la testa, mezza parola avresti potuto dirla, invece di restar lì come uno scemo a bocca aperta. E poi, non dovevi proteggere il maestro? Perché stai qui a perder tempo, invece di marciare verso l'Occidente?"
"Non frugare nella piaga, fratello, che non è da gentiluomo. Siamo i soldati di un esercito sconfitto, ci è rimasta solo la vergogna. Vieni a soccorrerci!"
"Monta su."
Sabbioso prese la rincorsa e balzò sulla rupe. Anche Porcellino abbassò la sua nuvola per salutarlo: "Bravo fratellino, hai tenuto duro!"
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