"Da dove vieni?" chiese Sabbioso inchinandosi.
"Ieri, messo in fuga, sono ritornato in città durante la notte. Ho trovato il cavallo bianco, che mi ha informato che il maestro è nei pasticci: Veste Gialla lo ha trasformato in tigre. È stato il cavallo bianco a consigliarmi di andare in cerca del nostro primo condiscepolo."
Scimmiotto lo interruppe: "Basta con le chiacchiere, bestione. Ciascuno di voi prenda un bambino. Poi andrete nella città degli Elefanti Sacri a provocare il mostro per portarlo qui, che gli voglio dare una scarica di botte a modo mio."
"Come lo provocheremo?" chiese Sabbioso.
"Vi porterete sopra la Sala delle Campanelle d'Oro e butterete giù i bambini sui gradini di giada bianca. Se vi chiederanno di chi si tratta, direte che sono i figli di Veste Gialla e che li ho catturati io. Quando il mostro lo saprà, verrà qui di certo. Non possiamo combatterlo in città: solleveremmo un polverone e la sconvolgeremmo tutta."
"Fratello" fece Porcellino ridendo, "la faccenda la conduci tu, ma incastri noi."
"E come vi incastro?"
"Ai bambini dev'essere già scoppiata la milza dalla paura, fin dal momento che li hai arraffati. Non riescono più nemmeno a piangere, e possono morire da un momento all'altro. Gettandoli sui gradini li ridurremo in poltiglia. Credi che il mostro non se la prenderà con noi? A noi, vorrà farla pagare; mentre tu, per ogni evenienza, ti tieni le mani pulite, senza testimoni. Non è un modo di incastrarci?"
"Se dovesse prendersela con voi, combatterete ritirandovi in modo da portarlo qui, dove il campo di battaglia è spazioso. Io aspetto qui."
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