Scomparve e basta. Scimmiotto guardò intorno da tutte le parti, ma non trovò niente: "Ragazzo mio, sei un cattivo incassatore: una botta, e non ci sei più. Ma se fossi morto, avresti lasciato in terra del sangue, o qualche altra porcheria. Se non c'è niente, vuol dire che sei scappato."
Balzò su una nuvola per scrutare l'orizzonte, ma non si vedevano movimenti in alcuna delle quattro direzioni. "Eppure ai miei occhi non sfugge nulla. Come ha potuto scomparire così? Credo di capire: il mostro diceva di avermi già visto da qualche parte; non dev'essere un mostro ordinario, ma uno spirito celeste."
Deciso a metter subito le cose in chiaro, il grande santo raggiunse con una capriola la porta sud del Cielo. A vederlo con la sbarra in pugno le guardie furono prese dal panico: Pang, Liu, Gou e Bi, come Zhang, Tao, Deng e Xin si scansarono precipitosamente addossandosi ai pilastri, senza osare di contrastargli il passaggio. Egli andò difilato alla Sala della Luce Penetrante, dove i quattro grandi precettori celesti Zhang, Ge, Xu e Qiu gli chiesero subito: "A che cosa dobbiamo la visita del grande santo?"
"Sapete che sono addetto alla protezione del monaco cinese. Nel Paese degli Elefanti Sacri ho combattuto con un mostro che aveva attaccato il mio maestro dopo aver sedotto una principessa. Durante lo scontro è scomparso senza lasciar traccia, perciò dev'essere uno spirito celeste. Sono venuto appunto per verificare se qualche creatura del cielo ha abbandonato il suo posto."
I precettori si recarono subito a rapporto nella Sala delle Nubi Misteriose. Si ordinò di procedere all'appello delle varie categorie di divinità: i nove luminari, i dodici rami, i cinque orienti, gli dèi della via lattea, i cinque picchi, i quattro fiumi. Nessuno avrebbe osato mancare all'appello. La verifica proseguì oltre il palazzo dell'Orsa maggiore: si contarono ventisette delle ventotto case. Mancava solo la stella Kui.
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