"Quante vertigini potranno essere?"
"Diciamo che per tre o quattro volte finirai per terra."
"Non è un problema. Fai conto che finisca per terra sette od ottocento volte l'anno: che differenza vuoi che facciano tre o quattro volte di più?"
Che bravo Scimmiotto! Non si spaventò affatto e piantò in asso il boscaiolo ritornando di corsa da Tripitaka; proteggerlo era l'unica cosa che gli stesse a cuore. Giunse in un attimo davanti al cavallo: "Maestro, non è niente di grave. A quanto pare abita da queste parti un paio di esseri malefici, ma la gente del posto ne ha una paura esagerata. Sono qui io: non c'è da aver paura. Rimettiamoci in cammino."
Tripitaka calmò le sue apprensioni ma, mentre si rimettevano in marcia, il boscaiolo scomparve.
"Come mai non vediamo più quel boscaiolo che ci ha avvertito?" si inquietò Tripitaka.
"La nostra fortuna è in ribasso" commentò Porcellino. "Vediamo fantasmi in pieno giorno."
"Ma no, sarà ritornato nella foresta a tagliar legna" replicò Scimmiotto. "Aspettate che do un'occhiata."
Caro grande santo! Aguzzò gli occhi di fuoco dalle pupille d'oro e percorse con lo sguardo il paesaggio fino alle cime più lontane, senza scoprire la minima traccia; ma quando alzò gli occhi verso il cielo, scoprì su una nuvola il protettore del giorno. Si lanciò all'inseguimento gridando: "Brutto villano! Se avevi qualcosa da dirmi, perché non lo hai fatto francamente, invece di recitare questa farsa?"
"Grande santo" rispose rispettosamente la divinità, non senza spaventarsi del suo impeto aggressivo, "scusatemi se ho tardato a portarvi l'informazione. È proprio vero che quei mostri hanno grandi poteri e praticano trasformazioni di ogni genere. Ma vedo che voi siete dotato di un'astuzia superiore. State attento, vi occorrerà tutta la vostra divina perspicacia: al minimo passo falso, perderete ogni possibilità di raggiungere mai il Paradiso dell'Ovest."
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