Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Scimmiotto mandò cordialmente al diavolo il protettore, ma conservò le sue parole scolpite nella mente. Mentre ritornava verso i compagni rifletteva: "Se riferisco fedelmente al maestro le parole del protettore, non sarà all'altezza della situazione e si metterà a piangere come una vite tagliata. Tanto vale tenergliele nascoste ed evitare di inquietarlo. Dice il proverbio: sai quanto è fonda la palude solo quando ti ci sei infangato. Se un mostro riesce a rapirlo, toccherà a me di darmi da fare. Non converrebbe mettere in gioco anche gli altri, e per esempio vedere come se la cava Porcellino? Se vince uno scontro, si fa dei meriti. Mal che vada, se invece lo catturano, potrò sempre andare a liberarlo, e i meriti li acquisterò io." Ma ripensandoci concluse: "È un tal pigro! Non è facile smuoverlo, e d'altronde il maestro è parziale nei suoi confronti. Bisogna inventare qualcosa per stimolarlo."

     L'astuto Scimmiotto si stropiccia gli occhi sino a farli lacrimare, e in quello stato va incontro al maestro. Al vederlo, Porcellino grida subito: "Sabbioso, molla i bagagli; dividiamo tutta questa roba fra noi due!"
     "E perché dovremmo?"
     "Dividi! Tu torni a fare il mostro nel Fiume delle Sabbie Mobili e io me ne vado al villaggio del vecchio Gao, a vedere che ne è stato di mia moglie. Il cavallo bianco lo vendiamo per comprare una bella bara per il maestro, e ciascuno se ne va per la sua strada. Altro che Paradiso dell'Ovest!"
     Il reverendo sentiva questi discorsi dall'alto del suo cavallo: "Stupido! Perché dici queste sciocchezze, mentre ce ne stiamo appunto andando per la nostra strada?"


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