Fabbricatesi le risposte, prese la strada del ritorno tirandosi dietro il rastrello, senza sospettare la presenza di Scimmiotto dietro il suo orecchio. Visto com'era incamminato, il Novizio volò via in modo da precederlo all'arrivo dopo avere ripreso la sua forma.
"Eccoti, Consapevole del Vuoto" disse il maestro. "Come mai Consapevole delle Proprie Capacità non è con te?"
"Si è fermato a escogitare bugie. Presto arriverà e lo sentiremo" rispose Scimmiotto ridendo.
"Con quelle orecchie che gli pendono davanti agli occhi, che cosa mai può escogitare? È troppo stupido per mentire. Sarai tu che avrai tramato qualche storia a suo danno."
"Maestro, voi trovate sempre il modo di scusarlo; ma vedrete che basterà interrogarlo." E Scimmiotto raccontò come Porcellino si era steso a dormire nell'erba, come lo aveva svegliato a colpi di becco, come lo aveva visto fare riverenze alle rocce e sentito inventar mostri, grotte e porte di ferro.
Ed ecco arrivare Porcellino, che andava borbottando fra sé le sue storie, per paura di dimenticarsele.
"Che cosa borbotti, bestione?" gli gridò Scimmiotto.
Porcellino drizzò le orecchie, si guardò intorno ed esclamò: "Ma allora, sono già arrivato!" E andò a prosternarsi davanti al maestro, che lo fece rialzare dicendo: "Sarai stanco, caro discepolo."
"Naturale, chi marcia e scala le montagne si stanca."
"Hai visto creature malefiche?"
"Sì, un'intera banda."
"Che accoglienza ti hanno fatto?"
"Mi hanno salutato come grande avo porcino e nonno materno. Mi hanno offerto un pasto di magro e la zuppa di vermicelli. Poi hanno promesso di accompagnarci ad attraversare la montagna con trombe e tamburi."
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