Con nomi e ritratti, Corno d'Argento uscì dalla grotta, riunì una trentina di mostriciattoli di scorta e partì per la sua ispezione.
Porcellino andava incontro alla sua disgrazia. Mentre camminava si imbatté in una banda di diavoli che gli sbarrarono la strada e gridarono: "Chi è questo tipo?"
Il bestione li fissò, mosse le orecchie, si rese conto che erano esseri malefici e prese paura. Si disse: "Se gli rivelo che sono un monaco in cerca di scritture, mi impacchettano. Sarà meglio dire che sono un viaggiatore di passaggio."
I mostriciattoli avvertirono il re che c'era un viaggiatore di passaggio. Ma alcuni di loro, che erano stati istruiti, precisarono: "Potrebbe essere Porcellino Otto Divieti." Si tirarono fuori i ritratti. Porcellino ne fu sconvolto: "Ecco perché in questi giorni mi sentivo così a terra: hanno chiuso la mia energia in un quadro."
I mostriciattoli tenevano i ritratti appesi alla punta delle lance e Corno d'Argento, additandoli, spiegava: "Quello che monta il cavallo bianco è il monaco cinese. Quello con la faccia pelosa è Scimmiotto il Novizio..."
Udendo queste parole, Porcellino borbottava ogni sorta di voti: "Dio dei muri e dei fossati, se mi levi dai guai ti dedico tre teste di maiale e ventiquattro libazioni."
Ma il mostro continuava: "Quello con la faccia scura è Sabbioso, quello con le grandi orecchie e il grugno lungo è Porcellino."
A sentirsi nominare, Porcellino chinò la testa e nascose il grugno contro il petto. "Monaco, tira fuori il naso!" gridò il mostro.
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