I mostriciattoli portarono via Porcellino e lo gettarono nell'acqua.
Intanto Tripitaka era seduto su una pietra; sentiva caldo alle orecchie, gli bruciavano gli occhi, si sentiva a disagio. Finì per gridare: "Consapevole del Vuoto, come mai non torna Consapevole delle Proprie Capacità, che è partito da tanto tempo?"
"Maestro, non sapete ancora che cos'ha per la testa, quello là?"
"Che cos'ha per la testa?"
"Se ci fosse in giro il più piccolo mostro gli metterebbe paura, non andrebbe avanti d'un passo: farebbe un giretto qui intorno e ritornerebbe di corsa a darci annunci tragici. Si vede che di creature malefiche non ce ne sono proprio, la strada è sgombra e tranquilla e lui se ne va avanti."
"Se è così, come facciamo a ritrovarlo? Questa è una distesa deserta e selvaggia, non una città in cui ci si possa dare appuntamento nella piazza del mercato."
"Maestro, non vi preoccupate. Risalite a cavallo. Quel bestione è un pigro, non camminerà certo svelto. Se pungolate un po' la vostra cavalcatura, faremo presto a raggiungerlo e proseguiremo insieme."
Tripitaka si rimise a cavallo, Sabbioso prese in spalla il suo carico e Scimmiotto aprì il cammino su per la salita.
Nella grotta, Corno d'Oro si rivolse al fratello minore: "Se hai catturato Porcellino, il monaco cinese non può essere lontano. Ritorna a ispezionare la montagna e, questa volta, prendi quello giusto."
"Detto fatto!" Chiamò una cinquantina di mostriciattoli e ritornò a battere la montagna.
Mentre marciavano, videro una corona di nuvole sospinte verso l'alto da brezze di buon augurio.
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