"Ecco che arriva il monaco cinese" ne dedusse il mostro.
"Dov'è, dov'è?" chiedevano i mostriciattoli.
"Sulle teste delle persone perbene si formano nuvole di buon augurio, su quelle dei malvagi vento nero. Il monaco cinese è l'avatara del venerabile Cicala d'Oro, un sant'uomo che ha praticato la virtù attraverso dieci reincarnazioni: ecco il perché di quelle nuvole di buon augurio."
Poiché gli astanti non le vedevano, il mostro le additò: "Sono laggiù, non vedete?"
L'orco lo additò per tre volte; ogni volta Tripitaka sentì un brivido percorrergli la schiena.
"A che cosa saranno dovuti questi brividi?" chiese inquieto Tripitaka ai suoi discepoli.
"Sarà colpa della digestione" opinò Sabbioso.
"Ma no!" disse Scimmiotto. "Il maestro è tutto teso e preoccupato, mentre attraversa queste montagne; perciò è esposto a paure senza motivo. Ma non vi dovete impaurire. Aprirò il cammino con la mia sbarra, per aiutarvi a ritrovare la calma."
Che bravo Novizio! Mentre camminavano, mulinava il suo randello ed eseguiva impeccabili esercizi di arte marziale: tre evoluzioni in alto, quattro in basso, cinque a sinistra, sei a destra. Era un bellissimo spettacolo, unico nel suo genere, e Tripitaka se lo godeva dal suo cavallo.
Dall'alto della montagna, anche il mostro osservava e quasi gli venne un colpo: gli sembrava che le sue anime abbandonassero il corpo. Gli sfuggirono queste parole: "Sono molti anni che sento lodare Scimmiotto, e adesso capisco che la sua reputazione è ben meritata."
"Grande re" lo rimproverarono i suoi mostriciattoli, "perché vantare la sua bravura e sminuire il nostro prestigio?"
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