Le divinità furono terrorizzate: "Un momento fa ci avevate perdonato. Come potete mancar di parola appena uscito?"
"Scherzavo, giovanotti. Il vecchio Scimmiotto non ce l'ha con voi, ma solo con i mostri."
"Quei diavoli" spiegò la divinità locale "sono potentissimi e possiedono incredibili arti magiche. Ogni giorno ci convocano nella loro grotta con incantesimi e ci obbligano a prestargli servizio regolare."
Fu la volta di Scimmiotto di restare sconcertato: "È incredibile. Da quando il cielo e la terra si sono separati dal caos e io sono nato sul Monte di Fiori e Frutti, sono sempre andato in cerca di maestri eminenti per imparare i segreti che prolungano la vita. Molto ho imparato e molte ne ho fatte: ho sottomesso tigri, domato draghi e acquistato il titolo di grande santo mettendo il paradiso sottosopra. Ma non ho mai costretto al mio servizio delle divinità con trucchi e frode. Come si permettono questi mostri di adoperarvi come schiavi o servi? Come possono esistere creature così abiette?"
Mentre il grande santo dava sfogo alla sua indignazione, si vide qualcosa che mandava un riflesso abbagliante venire da lontano su per la montagna.
"Comunque, saprete tutto della grotta e dei suoi abitanti, visto che ci andate a servizio. Che cos'è, secondo voi, l'oggetto che manda quel riflesso?"
"Sono tesori dei mostri" rispose la divinità locale. "Li avranno tirati fuori per cercare di impadronirsi di voi."
"Credo che ci sarà da divertirsi. Un'altra cosa: che specie di amici di casa li frequentano?"
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