"Basta, basta! Aprite la vostra zucca, per favore. Abbiamo visto come si fa. Se per sbaglio cadiamo in acqua, non rivedremo più le nostre famiglie!"
Quando il bravo Scimmiotto constatò che lo prendevano sul serio, recitò una formula per avvertire il principe, che arrotolò lo stendardo. Il sole di mezzogiorno riprese a brillare.
"Che meraviglia!" gridarono i candidi mostriciattoli. "Se non facessimo lo scambio con un tesoro simile, saremmo figli indegni dei nostri padri."
Zucca d'oro e vaso di giada furono consegnati a Scimmiotto, in cambio della zucca falsa. Ma il Novizio voleva rendere definitivo il contratto. Si strappò un pelo, lo trasformò in una sapeca e disse a uno dei ragazzi: "Prendi questa moneta e vammi a comprare un foglio di carta bollata."
"Che te ne farai?"
"Dobbiamo mettere il contratto per iscritto. Dopo tutto, voi mi date due tesori e io a voi uno solo. Magari fra qualche anno potreste trovarci da ridire e piantarmi delle grane. Voglio essere sicuro di poter dimostrare che la transazione è regolare e inoppugnabile."
"Ma qui non si trova carta bollata, e del resto nemmeno inchiostro e pennelli. Perché mai dovremmo impelagarci nella carta scritta? Giuriamo."
"Come giuriamo?"
"Noi scambiamo i nostri due tesori contro il tuo. Se ci pentiamo, che ci colga la peste."
"Io non mi pentirò di sicuro" replicò ridendo Scimmiotto; "ma se lo facessi, che la peste colga anche me."
Pronunciato il giuramento, Scimmiotto scomparve con un balzo; si recò alla porta sud del Cielo per ringraziare dell'aiuto il principe Nata. Questi rese lo stendardo a Zhenwu e se ne tornò a palazzo per fare rapporto.
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