"Si va fin troppo svelti!" ansimò Scimmiotto. "Quanta strada avremo percorso da casa?"
"Quindici o sedici li."
"È ancora lontano?"
"In quella foresta, davanti a noi."
La foresta era vicina. Scimmiotto si lasciò superare dai due, tirò fuori il suo randello e glielo abbatté sulla testa. Poverini, non erano fatti per reggere botte simili: si ridussero immediatamente come frittelle farcite. Dopo averli nascosti in un cespuglio sul ciglio della strada, il Novizio si strappò un pelo e lo trasformò nel sosia di Tigre Gratta Montagne, mentre lui prese l'aspetto di Drago di Mare; e in questa forma se ne andò bel bello alla Grotta del Drago Schiacciato per invitare la vecchia orchessa. Un bell'esempio
Di quanto posson le trasformazioni
E in quanti modi i casi si manipolano.
In quattro salti fu nella foresta e scorse un portale a due ante di pietra. Era semiaperto ma Scimmiotto, per non entrare senza permesso, belò: "Aprite, aprite!"
La diavolessa portinaia sbucò dalla porta e chiese: "Da dove venite, giovanotti?"
"Veniamo dalla Grotta dei Fior di Loto del Monte Cima Piatta; portiamo un invito per la signora."
"Venite avanti!"
Superata la seconda corte, Scimmiotto allungò il collo per osservare l'interno e vide una vecchia che troneggiava in mezzo alla sala. Che aspetto aveva?
Capelli bianchi in crocchie scarmigliate,
Occhi vivaci nel viso rugoso,
I denti malandati. Il suo colore
Ricorda un vecchio tronco d'abetaia
Sotto la pioggia. In testa un fazzoletto
Di seta bianca; pendon dagli orecchi
Grandi orecchini d'oro scintillante.
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