Il grande santo esitò sull'uscio, fece una smorfia di disappunto e gli venne da piangere. Scimmiotto piange! La vecchia gli avrà fatto paura? Ma se provasse paura, piangerebbe? Perché piangere, dopo averne disinvoltamente combinate tante a quella gente, rubati i tesori, spiaccicati i fattorini? In vita sua gli è capitato, per esempio, di essere messo a friggere dentro una pignatta di olio bollente e di trascorrervi diversi giorni, naturalmente senza versar lacrime. Ecco che cosa gliele faceva versare in quel momento. Pensava: "Mi sono trasformato in mostriciattolo per invitare questa brutta vecchia, ma ora non posso restare ritto mentre le parlo, mi dovrò prosternare. Finora non sono mai sceso a compromessi con la mia dignità. In vita mia mi sono prosternato a tre persone: al Buddha del Paradiso dell'Ovest, a Guanyin dei mari del Sud e quattro volte al maestro, quando mi ha liberato al Monte della Frontiera. Per lui mi sono spremuto le sei viscere, oltre al fegato e ai polmoni, ho impegnato il mio cuore, con i suoi tre peli e sette buchi. Ma si vede che non basta. Quanto potranno valere quegli stracci di sutra? Ora dovrò gettarmi a terra davanti all'orchessa. Non c'è altro modo, altrimenti mangerebbe la foglia. Lo faccio proprio perché il maestro è in grosse difficoltà. Miseria, che umiliazione mi tocca subire!"
Entrò risoluto e si inginocchiò: "Signora, permettetemi di prosternarmi."
"Alzati, figliolo, alzati!"
Scimmiotto, dentro di sé, si sentì molto sollevato: "Se lo dice lei... Meno male, mi è andata meglio di quanto temevo."
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