All'arrivo alla grotta, i peli battistrada gridavano: "Aprite! Aprite!"
Il portinaio si affacciò alla porta: "Già di ritorno, Tigre Gratta Montagne e Drago di Mare? Avete invitato la signora madre?"
"Eccola nel palanchino."
"Aspettate qui, che vi vado ad annunciare." "Grandi re, la signora è arrivata" fu l'annuncio.
Gli orchi fecero portare all'ingresso un tavolino per l'incenso, al fine di ricevere l'ospite degnamente. Udendo l'ordine, Scimmiotto fu molto divertito: "Che fortuna! Finalmente anch'io sono diventato qualcuno. Finora ho fatto l'inserviente e ho corso il rischio di andare a prosternarmi a una volpe. Ma adesso mi tocca la parte della madre loro: ho diritto al rituale dei quattro saluti. Non sarà niente di speciale, ma ci guadagnerò le loro teste."
Il bravo Scimmiotto, sceso dal palanchino, si rassettò le vesti e ricuperò i propri peli. Seguì il portinaio a passi lenti, dandosi un contegno imponente e raffinato, con certi ancheggiamenti che aveva visto fare alla vecchia. Mostri e mostriciattoli lo accolsero in ginocchio, mentre suonava la fanfara e il fumo dell'incenso saliva da un bruciaprofumi di Boshan. Entrato nella sala principale, si sedette rivolto a sud. Gli orchi si prosternarono gridando: "Signora madre, i vostri figli vi salutano rispettosamente!"
"Alzatevi, figlioli."
Intanto Porcellino, appeso a una trave del soffitto, si mise a ridere.
"Sei più coraggioso di quel che credevo, fratello" commentò Sabbioso. "Sei stato appeso per il collo finché risata ne segua."
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