"Fratello" propose l'orco maggiore "si potrebbero restituire a Scimmiotto il monaco cinese e tutto il resto, per metter fine al conflitto."
"Ma che ti viene in mente? Catturarli mi è costato lavoro e fatica; ora tu ti fai impressionare dai sotterfugi di Scimmiotto e vorresti rinunciare. Fuggi la spada perché hai visto la punta: non è agire da coraggiosi. Non precipitiamo le cose. Si parla tanto dei poteri magici di Scimmiotto, ma io non li ho sperimentati di persona, benché una volta l'abbia incontrato. Indosserò l'armatura e lo provocherò a battaglia per tre volte. Se supero la prova, ci terremo il monaco cinese e ce lo mangeremo. Se non la supero, ci sarà sempre tempo di restituirgli tutto."
"Saggio fratello, sono d'accordo" rispose il maggiore; e mandò per l'armatura.
Quando l'orco minore si fu equipaggiato di tutto punto, uscì all'aperto brandendo la spada preziosa e gridò: "Scimmiotto, dove ti sei ficcato?"
Il grande santo troneggiava su una nuvola; guardò giù e vide lo sfidante:
Elmo in capo più bianco della neve,
Di risplendente acciaio la corazza,
In vita una cintura di caimano,
Gli stivali di morbida bazzana:
Del grande Erlang sembra il vivo ritratto.
Alza la Spada delle Sette Stelle
Ed arde di furore senza freni.
"Scimmiotto!" urlò l'orco. "Rendimi subito i miei tesori e mia madre! Poi con il tuo monaco potrai andare a cercarti tutte le scritture che vorrai."
"Maledetto" lo insultò il grande santo, "non riconosci più tuo nonno? Sbrigati a restituirmi maestro, condiscepoli, cavallo e bagagli, e aggiungi provviste per il viaggio a occidente. Se non ti piace, compra la corda e impiccati da solo: evita almeno a tuo nonno di sporcarsi le mani."
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