A queste provocazioni l'orco balzò altissimo sulle nuvole e discese su di lui puntando la spada per trafiggerlo, ma Scimmiotto lo fronteggiò con la sua sbarra di ferro. Intrapresero per aria un duello memorabile.
Giocatore di scacchi o capitano
Davanti ad avversario equivalente:
L'uno sprizza di gioia e si diverte,
L'altro minaccia di vincer lo scontro.
I divini guerrieri si combattono
Come tigri striate, o come draghi.
Scintillano le scaglie nella lotta,
Denti e artigli balenan da ogni parte.
L'uno si muove e balza senza tregua,
L'altro non dà respiro negli attacchi.
Passa il randello a un sol dito dal cranio,
La spada manca il cuore d'un capello.
Come stella polare questo è altero,
Quello è furioso come un temporale.
Si scontrarono per trenta riprese senza decidere il combattimento.
"Questa maledetta creatura sostiene bene gli assalti del mio randello" si disse Scimmiotto con segreta soddisfazione, "ma in questo modo perdiamo tempo. Io possiedo tre dei suoi tesori; per esempio, potrei usare la zucca per chiudercelo dentro." Ma rifletté: "Non funzionerebbe. Dice l'adagio: ogni cosa ha il suo padrone. Se lo chiamo per nome, posso aspettarmi che si guardi bene dal rispondere, e la cosa non funzionerà. Sarà meglio mettergli al collo la Corda da Tenda d'Oro."
Mentre con una mano conteneva gli attacchi dell'avversario, con l'altra afferrò la corda e gliela lanciò al collo. Ma quel diavolo conosceva l'oggetto meglio di lui, e sapeva sia l'incantesimo per serrarlo, sia quello per aprirlo. Preso per il collo, recitò l'incantesimo giusto e la corda si aprì; così poté togliersela e lanciarla a sua volta al collo di Scimmiotto. Questi volle usare il metodo di rimpicciolirsi, nell'intento di sgusciarne fuori, ma l'orco pronunciò la formula di costrizione, e il povero Scimmiotto ne restò mezzo strangolato. L'orco si provò anche a spaccargli la testa con sei o sette colpi della sua preziosa spada, ma non riuscì a lasciargli nemmeno il segno.
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