Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Vuotata la coppa, il minore volle ricambiare il brindisi. "Non occorre" disse il maggiore; "basterà che ti tenga compagnia."
     Erano così occupati nei loro scambi di cortesie, che il mostriciattolo accanto a loro, mentre li osservava a occhi sgranati, ebbe tutto il tempo di far scomparire la zucca nella propria manica e di sostituirla con un oggetto simile ricavato dalla trasformazione di un pelo. Quando l'orco riprese la zucca, non vi dedicò attenzione; si risedettero a tavola e la bevuta continuò.
     Scimmiotto si allontanò quatto quatto ridacchiando fra sé: "Per furbi che siano gli orchi, anche questo tesoro ritorna in mano mia."
     Se poi non sapete, in fin dei conti, come giunse a salvare il suo maestro e a sterminare gli orchi, ascoltate il seguito.


     CAPITOLO 35
     SCIMMIOTTO E I SUOI FRATELLI

     IN CUI L'ETERODOSSO DISPIEGA LA SUA FORZA CONTRO GIUSTA-NATURA E LA SCIMMIA DELLO SPIRITO, PADRONA DI TESORI, SOTTOMETTE DIAVOLI PERVERSI.


     Natura piena e chiara penetra in ogni cosa:
     Dalla rete d'inganni si libera d'un balzo.
     Le arti di trasformarsi e di vivere a lungo
     Non sono alla portata dei comuni mortali.
     Cicli di pace e guerra si ripetono sempre
     E il mondo ad ogni kalpa ricomincia daccapo.
     Negli anni innumerevoli dei molteplici eoni
     Del grande vuoto brilla sempre il raggio divino.

     Questo poema presenta segrete corrispondenze con le meraviglie della Via seguita dal grande santo Scimmiotto. Infilandosi nella manica il tesoro dell'orco, si disse allegramente: "Questo diavolaccio si è dato tanto da fare per catturarmi, e c'è riuscito come a pescare la luna nello stagno. Credo che per me, invece, metterlo in trappola sarà facile come fondere il ghiaccio con il fuoco."


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