All'ira non mi spinger, se vuoi vivere!"
"Vediamo. Non intendo battermi con te" replicò l'orco. "Ma tu sei capace di rispondermi, se ti chiamo?"
"Se chiami risponderò; e tu sei capace di fare altrettanto?" replicò ridendo Scimmiotto.
"La zucca magica, che aspira la gente quando la si chiama, è mia. Tu che cos'hai, per voler fare la stessa cosa?"
"Ciascuno ha la sua zucca."
"Mostrami la tua."
"Guarda qui, diavolo maledetto!" rispose Scimmiotto, cavandola un momento dalla manica e rimettendocela subito, per non farsela sottrarre.
Il mostro rimase esterrefatto e pensò: "Da dove verrà mai quella zucca? È la copia identica della nostra, come se fosse cresciuta sulla stessa pianta." "Scimmiotto Precipizio, da dove viene quella zucca?"
Scimmiotto non ne conosceva l'origine, e indagò a sua volta: "Dimmi piuttosto da dove viene la tua."
L'orco rispose in buona fede: "La nostra zucca esiste dalla divisione del caos, quando si formarono cielo e terra. Quando la dea Nüwa, trasformazione per dissoluzione del patriarca di Sopra, fabbricava pietre per riparare la volta celeste e salvare Jambu, il mondo degli umani, scoperse ai piedi del Monte Kunlun una liana immortale da cui era nata questa zucca d'oro rosso. Fu il signore Laozi a conservarla fino ai nostri giorni."
"Anche la mia zucca viene da lì" rispose imperturbabile Scimmiotto, preparandosi a ricamare sul tema.
"E come?"
"Quando il puro si separava dal torbido e il cielo era incompleto a nord ovest, come la terra a sud est, il patriarca di Sopra si dissolse e si trasformò in Nüwa per colmare le lacune. Si trovava appunto ai piedi del Monte Kunlun quando trovò la liana con due zucche. La mia è il maschio, la tua la femmina."
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