"Maschio o femmina, che importa? Il vero tesoro è quello che aspira le persone."
"Hai ragione. Prova tu per primo."
Lieto della proposta l'orco balzò in alto, rivolse la bocca della zucca verso il basso e gridò: "Scimmiotto Precipizio!"
Il grande santo rispose parecchie volte, ma non ci fu niente da fare: la zucca non lo aspirava. Il mostro ridiscese disperato, battendosi il petto: "Non l'avrei mai creduto! Anche un tesoro simile ha trovato chi lo domina. Lei è la femmina, e quando vede il maschio non osa più aspirare."
"Allora puoi metterla via" suggerì Scimmiotto ridendo. "Adesso è il mio turno."
Con una capriola montò in cielo e, puntando la zucca sul suo uomo, gridò: "Corno d'Argento!"
L'orco non osò restar zitto e, come aprì bocca, fu aspirato. Scimmiotto applicò il sigillo con la scritta: Possa il signore Laozi agire prontamente, in conformità di leggi e regolamenti, ed esclamò lietamente: "Prova anche tu, amico mio; vedrai che è un'esperienza interessante."
Discese a terra, con la zucca in mano, e si diresse verso la Grotta dei Fior di Loto con il pensiero di salvare il suo maestro. Il sentiero era ineguale e pieno di buche, le gambe di Scimmiotto erano assai storte; perciò avanzava a balzelloni scuotendo la zucca qua e là, e da essa veniva uno sciabordio sempre più forte. Perché in un tempo così breve, chiederete?
Il corpo di Scimmiotto, raffinato in un forno alchemico, avrebbe impiegato a dissolversi chissà quanto tempo. Ma l'orco, benché fosse in grado di cavalcare le nuvole grazie all'arte magica, non si era ancora sbarazzato del suo involucro mortale; e questo prese a dissolversi rapidamente nella zucca.
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