L'orco maggiore esclamò, pieno di collera: "Questo Porcellino, che a detta di tutti sarebbe un ingenuo, non ha proprio la testa a posto. Come può scherzare e prendermi in giro in un momento simile?" E ordinò a due mostriciattoli: "Fatelo tacere. Tiratelo giù e cuocetelo al vapore. Appena è tenero, me ne voglio prendere un'abbuffata; poi andrò a combattere Scimmiotto per vendicare mio fratello."
Sabbioso se la prese con Porcellino: "Bel lavoro! Te l'ho sempre detto, di tener chiusa quella bocca. Così il chiacchierone sarà cotto e divorato per primo."
Il bestione incominciava a inquietarsi, quando un mostriciattolo commentò: "Grande re, temo che non sarà facile cuocere al vapore Porcellino."
"Amitâbha Buddha!" esclamò Porcellino sollevato. "Si capisce, è proprio così, non si può affatto cuocermi al vapore."
"Si può facilitare la cottura scorticandolo prima" suggerì un altro mostriciattolo.
"Ahi ahi!" esclamò Porcellino in preda al panico. "Cuocermi è facilissimo: appena l'acqua arriverà a bollore sarò tenerissimo, senza bisogno di scorticarmi."
Mentre gemeva, venne dalla porta un mostriciattolo ad annunciare: "Scimmiotto Precipizio è ritornato alla nostra porta a insultarci."
"Ragazzi" disse l'orco maggiore, "ora non c'è tempo di badare a Porcellino. Guardate quali tesori ci rimangono."
"Nella grotta ce ne sono tre" rispose il mostriciattolo che in casa aveva i compiti di economo.
"Quali?"
"Ci rimangono la Spada delle Sette Stelle, il Ventaglio di Foglie di Banano e il Vaso Sacro."
"Lasciamo perdere il vaso, che funziona come la zucca. Scimmiotto ne conosce il segreto ed è già riuscito a prevalere su mio fratello. Portatemi subito la spada e il ventaglio."
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