Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Lui stesso fece con la mano il passaggio della protezione dal fuoco, si catapultò fuori dalle fiamme e corse alla Grotta dei Fior di Loto per soccorrere Tripitaka. Accanto all'ingresso si vedeva un centinaio di mostriciattoli feriti, con la pelle lacerata, piaghe sul corpo, gambe spezzate, gole tagliate. Alla loro vista, il grande santo non seppe trattenere la ferocia latente nel fondo oscuro della sua natura e si gettò fra loro roteando spietatamente la sua sbarra di ferro. Ahimè, i loro lunghi sforzi per conseguire forma umana furono resi vani: vennero ridotti a un mucchio informe di carni e di peli.
     Sterminati i mostriciattoli, Scimmiotto si precipitò all'interno per liberare il maestro, ma anche lì vide un vivo bagliore; fu preso dal panico: "Che fregatura! Se il fuoco è arrivato nella parte posteriore, non sarà facile salvare il maestro."

     Guardando più attentamente, si rese conto che il bagliore non veniva dal fuoco: era soltanto un fascio di luce dorata emanato dal Vaso Sacro di giada color grasso di montone. Rallegrato si disse: "Ricordo di aver già notato questo bagliore, quando il mostriciattolo portava il vaso camminando sulla montagna. È già stato nelle mie mani e mi è stato ripreso. Così è rimasto qui a emettere tranquillamente la sua luce."
     Si impadronisce dell'oggetto, fa dietro front e se ne va, senza più cercare Tripitaka. Uscendo si imbatte nell'orco maggiore, che viene da sud con la spada e il ventaglio in mano. Troppo tardi per evitarlo: il mostro gli assesta un gran colpo, ma il Novizio lo schiva, fa una capriola nelle nuvole e scompare senza lasciar traccia.


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