Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Da accapponar la pelle. Dalle creste
     Soffia un vento pungente. Odi il ruggito
     Delle tigri ed il canto degli uccelli.
     Balzano sulle rupi svelti daini,
     Orde di cervi cercano pastura.
     Non vedi viaggiatori sul pendio.
     Porta il vento l'odore acre dei lupi
     Acquattati in agguato. Non è certo
     Luogo propizio alla meditazione,
     Ma piuttosto dominio delle fiere.

     Man mano che si addentrava nella montagna, Tripitaka tremava sempre più di paura. Sopraffatto dalla tristezza dei luoghi, fermò il cavallo e gettò un grido di angoscia: "Consapevole del Vuoto!

     Quando pensai di salir la montagna,
     Il re mi accompagnò fuori città.
     Erbe e giuncheti incontrai sul cammino,
     Suonai le campanelle ad incitare
     Il mio cavallo. Salendo le alture
     E guadando i torrenti valicai
     Mille montagne per omaggio al Buddha.

     Proteggimi, che riesca a completare
     La lunga cerca! Quando rivedrò
     La corte ed il villaggio da cui venni?"

     "Maestro, non vi tormentate" diceva Scimmiotto ridendo allegramente. "Non c'è da preoccuparsi. Il successo viene da sé, a coronamento dei meriti."
     Mentre maestro e discepoli percorrevano il maestoso paesaggio, il disco del sole calava a occidente. Erano proprio

     Tappe di dieci li senza un passante,
     Al nono cielo fioriscon le stelle.
     Negli otto golfi ogni nave è rientrata
     Nei porti. Ovunque nelle settemila
     Città, chiuse le porte, tutto dorme.
     Scende il silenzio dentro i sei palazzi
     E nelle cinque sale. Sulle rive
     Dei quattro mari e dei tre fiumi, inerti
     Giaccion le reti. In cima alle due torri
     Batton campane e rullano tamburi.
     Splende nel cielo scuro un disco candido,


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