"D'accordo" approvò Tripitaka.
"Vedremo se il principe ereditario uscirà davvero dalla città, come diceva il sogno. Se lo farà, lo condurrò da voi; in caso contrario, non ci muoveremo."
"Se verrà, come gli dovrò parlare?"
"Troverò modo di avvisarvi. Voi solleverete il coperchio del cofanetto, perché mi ci possa introdurre: prenderò la forma di un bonzo in miniatura, alto due pollici. Arrivato al monastero, il principe verrà a pregare il Buddha, ma voi farete finta di non vederlo. Vedrete che vi farà arrestare; e voi dovrete subire quello che vorrà, anche se ordinasse di battervi, legarvi o ammazzarvi."
"Ahimè! E se mi facesse ammazzare davvero?"
"Restate quieto e non temete: ci sarò io a proteggervi, non vi accadrà nulla di male. Se vi rivolge domande, potrete dire che siete un monaco delle terre dell'Est in missione imperiale, che cercate le scritture e recate doni al Buddha. Se vi chiede di quali doni si tratta, risponderete che uno è il vostro kasâya di broccato, ma è un dono di terza classe, e ce ne sono anche di prima e di seconda. Trovate il modo di mostrargli il cofanetto, e ditegli che contiene un tesoro che conosce cinque secoli del passato, cinque del futuro e cinque di mezzo: dunque conosce per filo e per segno i fatti di mille cinquecento anni. A questo punto troverà me nel cofanetto, e gli dirò io ciò che avete appreso in sogno. Se mi crederà, vendicherò suo padre e catturerò il mostro; ne dovremmo pur ricavare una certa rinomanza. Se non mi crederà, provate a mostrargli lo scettro di giada bianca; ma temo che sia troppo giovane perché gli dica qualcosa."
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