Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     In realtà Scimmiotto aveva raggiunto precipitosamente Tripitaka per avvertirlo: "Maestro, ecco che arriva!" e si era trasformato in un monacello non più alto di un paio di pollici, infilandosi nel cofanetto.
     Il giovane principe si avvicinò alla porta e vide infissa nello stipite la freccia che aveva colpito l'animale; ma della lepre di giada non v'era traccia. Si disse stupefatto: "Non ho mai visto una cosa simile. Quell'animale dev'essere la metamorfosi di un essere malefico."
     Strappò la freccia e alzò gli occhi alla scritta:

     MONASTERO DEL BOSCO SACRO, FONDAZIONE IMPERIALE

     "Ho già sentito parlare di questo posto. Ricordo che, vari anni fa, il re mio padre offrì ai suoi bonzi oro e seta per arredare una sala dedicata al Buddha ed erigervi delle statue. Non pensavo di capitare qui, ma dopo tutto


     Se a caso incontri un monaco, guadagni
     Il gusto, dentro l'incostante filo
     Dei giorni, di ciarlar mezza giornata.(40)

     Andiamo a dare un'occhiata."
     Smontò da cavallo; mentre stava per entrare, sopraggiunsero i suoi cacciatori. Tutta la grande folla si accalcò nel monastero; mentre i monaci, allarmati, correvano a riceverli prosternandosi, e li guidavano poi verso la sala principale per rendere omaggio alla statua del Buddha.
     Il principe si apprestava a percorrere i porticati per ammirare il paesaggio quando, guardandosi intorno, vide un bonzo seduto immobile in mezzo alla sala.
     "Che impudente!" esclamò indispettito. "Capisco che non ci sia venuto incontro, dal momento che siamo capitati qui senza preavviso. Ma non può restarsene seduto come se niente fosse. In me risiede metà della maestà regale: perciò è tenuto ad alzarsi e a rendere omaggio." E ordinò: "Prendetelo!"


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