Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Il principe si inginocchiò davanti a lei e rispose: "Stamane, mentre ero a caccia, ho incontrato un santo monaco che ha un discepolo di nome Scimmiotto il Novizio, famoso come sterminatore di diavoli. Da loro ho saputo che il re mio padre, in realtà, è morto affogato nel pozzo ottagonale del parco reale; e il prete taoista che era venuto da noi come mago della pioggia ha preso il suo aspetto e ha usurpato il trono. La notte scorsa, a mezzanotte, mio padre ha incaricato Scimmiotto di catturare il mostro. Madre, sono venuto a interrogarvi perché non osavo credere; ma quanto mi dite conferma che abbiamo di fronte un essere diabolico."
     "Figlio mio, come si può credere alle parole di uno straniero?"
     "La mia diffidenza è stata vinta da un pegno lasciato da mio padre."

     La regina chiese di che pegno si trattasse, e il principe tolse dalla manica lo scettro di giada bianca e glielo tese. Essa lo riconobbe subito, e pianse.
     "Signore e padrone!" singhiozzava. "Perché per tre anni non mi hai visitato? Perché alla fine sei apparso al santo monaco, prima che a me?"
     "Che cosa significa, madre?"
     "Anche a me stanotte è apparso in sogno tuo padre. Doveva essere la quarta veglia: mi stava ritto davanti, tutto gocciolante d'acqua. Mi ha detto di essere morto e di aver chiesto aiuto e vendetta al monaco cinese. Il resto mi si è confuso nel ricordo. Ero piena di dubbi e non potevo consultare nessuno, quando sei venuto tu, con la tua domanda e con lo scettro. Lascialo a me; tu corri dal monaco e pregalo di muoversi subito. Solo spazzando via questi miasmi diabolici e sceverando il vero dal falso avrai saldato il tuo debito di riconoscenza verso tuo padre."


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