Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Il vostro vecchio Scimmiotto, che protegge il monaco cinese, ha l'incombenza di catturare un certo diavolo perverso. A questo fine il principe ereditario, che vedete lì, deve subito ritornare a corte portando prede di caccia. Perciò vi chiedo il favore di scovare per lui daini, antilopi, lepri e uccelli di ogni specie."
     Le divinità chiesero quante prede occorrevano per ciascuna specie.
     "Quante volete, non molte."
     Esse mandarono le proprie truppe di spiriti a stanare gli animali con una gran tempesta, e riportarono a Scimmiotto migliaia di fagiani, galli cedroni, cervi e daini, lepri e volpi, tigri e leopardi, lupi e tassi.
     "Non servono a me" precisò Scimmiotto. "Gli dovreste recidere i tendini e disporli lungo i quaranta li della strada verso la città, in modo che sia facile catturarli e portarseli via senza perder tempo. È un servizio che verrà annotato sul registro dei meriti."

     Gli dèi ubbidirono; Scimmiotto abbassò la sua nuvola e disse al principe: "Vostra altezza ritorni in città tranquillamente; lungo la strada troverà quello che le occorre."
     Il principe aveva visto abbastanza da credergli sulla parola; non gli restò che ringraziare, prosternarsi e prendere congedo. Quando si rimise in cammino con la sua caccia, trovarono sul ciglio della strada una quantità incredibile di selvaggina che si lasciava prendere con le mani; cani e falconi erano superflui. Gli uomini lanciavano grida di sorpresa e di ammirazione, convinti che questa bella fortuna fosse dovuta alla fausta presenza del principe; non potevano certo supporre quali oscuri intrighi e poteri soprannaturali ci fossero sotto. Immaginate che cagnara facevano!


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