"Non capisco."
"Per stupido che sia, avrà facile difesa: 'Io sono il re del paese del Gallo Nero' dirà. 'Che offesa ho fatto al Cielo perché tu abbia l'audacia di arrestarmi?' E non basteranno prove fatte di chiacchiere."
"Che cosa si deve fare, secondo te?"
"Io un piano ce l'ho" fece Scimmiotto ridendo; "ma il mio problema siete voi e le vostre solite parzialità."
"Come sarebbe a dire che sarei parziale?"
"Ma sì, la vostra solita preferenza per quel fesso di Porcellino."
"Come sarebbe a dire preferenza?"
"Se non è vero, dimostratelo. Restate qui solo con Sabbioso, mentre io e Porcellino facciamo un sopralluogo privato in città, entriamo di soppiatto nel parco reale, apriamo il pozzo e cerchiamo di ricuperare il cadavere del re, che è appunto il corpo del reato. Se abbiamo in mano quello, non è più necessario fare commedie. Quando andremo ufficialmente in città, non ci presenteremo nemmeno per mostrare i passaporti. Come vedo il mostro, gli spacco la testa; e se apre la bocca per protestare, gli mostro lo scheletro e dico: 'Ecco l'uomo che hai ucciso!' E a questo punto il principe potrà piangere il padre, la regina riconoscere il marito e i mandarini rendere l'ultimo omaggio al sovrano. Perché un processo sia rapido e finisca bene, ci vuole questa specie di prove."
Tripitaka era molto soddisfatto, ma non voleva darlo a vedere. Obiettò: "Temo però che Porcellino si rifiuti."
"Vedete?" rise Scimmiotto. "Non lo dicevo che è il vostro preferito? Lui è di gusti delicati e non si vorrà sporcare le mani con i morti putrefatti. Invece a me, un momento fa, non volevate nemmeno rispondere e fingevate di dormire. Basta che non ci mettiate il becco: io ho una lingua lunga tre pollici, che non si stanca mai. Non c'è né Porcellino né Porcellone che tenga(41), posso convincere chiunque."
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