Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Ma non vedi, fratellino, che tristezza?

     Gli intonaci dipinti divorati
     Dalla muffa, scrostate le sculture,
     Padiglioni e gazebo rovinati,
     Rose e peonie morte e rinsecchite
     Fra le erbacce che invadono il terreno,
     L'ibisco soffocato in mezzo ai rovi.
     Di belle piante e di fiori pregiati
     Non è rimasto nulla. Fin le rocce
     Artificiali sono sprofondate
     Ed i pesci son morti nelle vasche
     Prosciugate. Dei pini e dei bambù
     Resta soltanto legna da bruciare.
     Domina ovunque il regno delle ortiche
     E le artemisie invadono i sentieri.
     Olea odorosa e pesco son spezzati,
     Ha il melograno le radici all'aria.
     Il ponte sul ruscello è ricoperto
     Di muschio. È uno spettacolo ben triste
     Questo giardino in stato di abbandono!"

     "E a te che cosa importa? Pensiamo ai fatti nostri."
     Scimmiotto ricordava che, secondo il sogno di Tripitaka, sul pozzo doveva crescere un banano. Ed ecco infatti spiccare fra la vegetazione un albero di questa specie, sano e lussureggiante a contrasto con le altre piante danneggiate o inselvatichite:


     Fu donata dal Cielo questa pianta,
     Con le sue grandi foglie dispiegate:
     Avviluppano fili smeraldini
     La punta rossa del cuor di cinabro.
     Soffre la pioggerella della sera
     E non ama le brezze dell'autunno.
     Ma possiede un vigore incontenibile
     E s'adatta a mille usi disparati.
     Piccole gocce di fresca rugiada
     L'avvolgono in un manto di vapori.
     Non dà ospitalità all'oca selvatica,
     Né potrebbe servire per legarvi
     Il nobile destriero. Ma rinfresca
     Quando fa caldo e nell'ombra protegge
     Dalla vampa del sole. Si vergogna
     Di non essere bella come il pesco


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