"Ma non vedi, fratellino, che tristezza?
Gli intonaci dipinti divorati
Dalla muffa, scrostate le sculture,
Padiglioni e gazebo rovinati,
Rose e peonie morte e rinsecchite
Fra le erbacce che invadono il terreno,
L'ibisco soffocato in mezzo ai rovi.
Di belle piante e di fiori pregiati
Non è rimasto nulla. Fin le rocce
Artificiali sono sprofondate
Ed i pesci son morti nelle vasche
Prosciugate. Dei pini e dei bambù
Resta soltanto legna da bruciare.
Domina ovunque il regno delle ortiche
E le artemisie invadono i sentieri.
Olea odorosa e pesco son spezzati,
Ha il melograno le radici all'aria.
Il ponte sul ruscello è ricoperto
Di muschio. È uno spettacolo ben triste
Questo giardino in stato di abbandono!"
"E a te che cosa importa? Pensiamo ai fatti nostri."
Scimmiotto ricordava che, secondo il sogno di Tripitaka, sul pozzo doveva crescere un banano. Ed ecco infatti spiccare fra la vegetazione un albero di questa specie, sano e lussureggiante a contrasto con le altre piante danneggiate o inselvatichite:
Fu donata dal Cielo questa pianta,
Con le sue grandi foglie dispiegate:
Avviluppano fili smeraldini
La punta rossa del cuor di cinabro.
Soffre la pioggerella della sera
E non ama le brezze dell'autunno.
Ma possiede un vigore incontenibile
E s'adatta a mille usi disparati.
Piccole gocce di fresca rugiada
L'avvolgono in un manto di vapori.
Non dà ospitalità all'oca selvatica,
Né potrebbe servire per legarvi
Il nobile destriero. Ma rinfresca
Quando fa caldo e nell'ombra protegge
Dalla vampa del sole. Si vergogna
Di non essere bella come il pesco
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