Porcellino si avanzò e vide che si trattava del defunto monarca: aveva in capo la corona da toccare il cielo, era drappeggiato in un abito color ocra, cingeva una cintura di giada di Lantian e calzava stivali di nuvola. Dormiva là, rigido come uno stoccafisso.
Porcellino si mise a ridere: "Bella trovata! E questo sarebbe un tesoro? Ne ho sgranocchiati parecchi, di tesori così, quando facevo il mostro di montagna. Queste sono bistecche, non è un tesoro."
"Caro ammiraglio, non sapete tutto. Questo è il cadavere del re del Gallo Nero. Quando cadde nel pozzo io gli applicai una perla conservante, perché non si decomponesse. Così, benché sia morto da qualche anno, è fresco come allora. Se voleste caricarvelo sulla schiena e riportarlo al grande santo - non dico che sia un tesoro - ma se vi venisse in mente di riportarlo in vita, avreste tutto quello che occorre."
"Mettiamo che ve lo sgomberi. Quanto mi date per il funerale?"
"Veramente di soldi non ne ho."
"Così vorreste scroccare la manodopera. Niente soldi, niente sgombero."
"Non occorre che lo portiate voi. Andiamo."
Mentre Porcellino risaliva, il re drago fece sollevare il cadavere da due yaksa, che gli tolsero la perla e lo scagliarono nell'acqua.
Porcellino, che era già fuori vista del palazzo, si sentì accanto qualcosa: allungò la mano e toccò il cadavere. Nonostante la sua disinvoltura si impressionò, balzò al pelo dell'acqua e si mise a gridare: "Aiuto! Soccorso!"
"Ce l'hai il tesoro?"
"Ma quale tesoro? Non c'è niente di simile nel pozzo. Il re drago mi ha rifilato un morto; io ho cercato di evitarlo, ma me lo sono trovato vicino. Tirami fuori di qui!"
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