"Ma io non sono d'accordo, non ne posso più! Dormivo così bene, e mi sono fatto imbrogliare dalle chiacchiere di questo brutto macaco che, tanto per cambiare, mi ha messo nelle peste: da cacciatore di tesori sono diventato un becchino porta cadaveri. Mi bagnerà tutti i vestiti dell'acqua putrida e puzzolente che va sgocciolando: chi me li laverà poi? Ammesso che il vestito sia in grado di sopportare senza rompersi la lavatura che ci vorrà."
"Porta il tuo carico e non preoccuparti d'altro. Quando saremo arrivati, getterai quel vestito e te ne darò un altro."
"Non ti vergogni? Prometti vestiti agli altri, quando si sa che non li hai nemmeno per te."
"Ora basta. O lo porti o lo metti giù."
"E io lo metto giù."
"Va bene così. Ma allora allunghi le zampe e ti prendi venti legnate."
"Fratello" gridò Porcellino spaventato, "sai benissimo che basterà molto meno perché io faccia il paio con il morto."
"Se non vuoi legnate, per me fa lo stesso. Ma allora ti carichi il cadavere e via!"
Porcellino, messo alle strette, si caricò in spalla di malagrazia il cadavere e uscì dal parco strascicando i piedi.
Il bravo Scimmiotto fece un passo magico, recitò un incantesimo e aspirò aria volgendosi verso sud ovest. Poi soffiò: si alzò un violento turbine di vento che li sollevò entrambi sopra la città, le mura e i fossati, per depositarli in aperta campagna. Qui ripresero la loro marcia.
Il bestione rimuginava pensieri di vendetta: "Questa scimmia mi ha fatto un brutto tiro, ma la ripagherò a modo mio. Farò credere al maestro che si è vantato di far rivivere il morto. Lui negherà, e io convincerò il maestro a recitare l'incantesimo della costrizione del cerchio per costringerlo a ubbidire. Gliela farò vedere io!"
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