"Un momento, chiariamo questa storia del Monte Cima Piatta: io ti ho restituito le tue carabattole quando tu me le hai chieste. Perché adesso mi rimproveri e mi tratti con sospetto?"
"E tu, perché ti intrufoli qui invece di andare per la tua strada?"
"Dopo l'ultima volta che ci siamo visti, abbiamo appunto proseguito il nostro viaggio fino a un paese detto del Gallo Nero. Un mostro ha ucciso il re del paese, ha preso il suo aspetto e ha usurpato il trono; è un tizio che si faceva passare per taumaturgo taoista e mago della pioggia. Il re morto è apparso nella notte al mio maestro, mentre leggeva le sue preghiere, e gli ha chiesto di incaricarmi di abbattere il mostro e ristabilire la giustizia contro la perversità. Con il mio condiscepolo Porcellino ci siamo procurati la prova materiale del reato, ricuperando il cadavere del re morto che giaceva intatto in un pozzo. Il mio maestro, mosso a compassione, mi ha chiesto di riportarlo in vita, ma mi ha vietato di andare a cercare la sua anima negl'inferi. L'unica alternativa me la potete dare voi. È questo il motivo della mia visita: spero nella pietà del patriarca del Tao, che mi presti un migliaio di pillole di cinabro richiamo dell'anima nove volte trasmutato, per fare quest'opera buona."
"Questa scimmia delira! Mille pillole! E perché non duemila? Non sono mica grani di riso, da riempircisi il gozzo. Che cosa credi, che abbia aperto una farmacia? Qui non c'è niente per te. Vattene via!"
"Va bene, va bene!" rise Scimmiotto. "Ne basterà un centinaio."
|