"Piantala fratellino!" tagliò corto Scimmiotto. "Ora si parte."
Porcellino e il re camminavano all'avanguardia, seguiva il maestro a cavallo con Sabbioso che teneva le briglie, mentre Scimmiotto chiudeva la marcia. I cinquecento monaci si schierarono in processione, con la musica in testa, e li accompagnarono fino al portale. Qui Scimmiotto disse: "Cari bonzi, è meglio che non ci accompagnate oltre; non conviene correre il rischio di destare sospetti. Piuttosto pensate a pulire e stirare gli abiti regali, e mandateceli in città questa sera o domattina. Vedrete che il servizio sarà ricompensato."
I monaci ubbidirono e Scimmiotto, che era rimasto indietro, raggiunse in due salti il suo maestro.
La formula del vero esce dall'Ovest,
Lo spirito affinato dal metallo
E dal legno. La madre del cinabro
Si perde in sogni, mentre mille guai
Affliggono il fanciullo. Bisognò
Ricercare il signore in fondo al pozzo
E al celeste Laozi chiedere aiuto.
Il percorso dal vuoto al naturale
Segue l'uom destinato all'essenziale.
Mezza giornata di cammino bastò per giungere in vista delle mura della città.
"Consapevole del Vuoto" chiese Tripitaka, "è quella la città del Gallo Nero?"
"Precisamente" rispose Scimmiotto. "Non attardiamoci, entriamo subito."
Entrando percorsero strade affollate di gente e di attività, ornate da bellissimi edifici. Lo testimoniano i versi:
Palazzi d'oltremare, ma degni della Cina,
E canti e liete danze come nei tempi antichi.
Agitano ventagli decorati di rose,
Indossano vestiti color verde smeraldo.
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