L'esposizione particolareggiata non lasciava molto spazio a domande. Ma il re diavolo, con gli occhi accesi di collera, disse: "Bonzo, dopo essere partito da solo dalle terre dell'Est hai preso con te quattro discepoli. Passi per i primi tre, che son monaci; ma il quarto da dove viene? Come si chiama? Ha un certificato di ordinazione sacerdotale? Si faccia avanti a deporre."
Il re tremava impaurito: "Maestro, che cosa devo dire?"
Ma Scimmiotto gli bisbigliò: "Zitto, rispondo io." E infatti dichiarò: "Questo vecchio è duro d'orecchio, maestà, ed è muto. Viene con noi perché da giovane è già stato nel Paradiso dell'Ovest, e perciò conosce la strada. Posso dirvi tutto sulle sue origini e la sua vita. Con il vostro permesso, deporrò per lui."
"Fallo subito, e con esattezza."
Scimmiotto recitò:
"Anziano si confessa l'imputato,
Sordomuto, un po' tocco, ed ha perduto
Tutti i suoi beni. Il suo luogo d'origine
È proprio questo, dove fu colpito
Dalla sciagura cinque anni fa.
La siccità infuriava. Invano offriva
Il sovrano preghiere e cerimonie:
Non una nube, mille leghe in giro!
Mentre tutti soffrivano i tormenti,
A corte giunse un prete taoista,
Che finalmente provocò la pioggia.
Ma una sera nel parco, di nascosto,
Gettò il sovrano in fondo a un pozzo oscuro
Ed usurpò il suo aspetto ed il suo trono.
Felicemente quando noi giungemmo
Risuscitammo il defunto sovrano:
E l'imputato è lui. Dentro la sala
C'è un taoista che si finge sovrano;
Ma lui, finto taoista, è il vero re."
A questo discorso, il re diavolo sentì il cuore balzargli in petto come un cerbiatto, e il viso infiammarsi di rossi vapori. Volle fuggire ma, disarmato com'era, prima strappò la sciabola di mano a uno degli ufficiali immobilizzati dalla magia di Scimmiotto, poi salì su una nuvola e scomparve dalla finestra.
|