Sabbioso ruggì indispettito dalla fuga, e Porcellino si scagliò furibondo contro la scimmia: "Se tu avessi controllato la lingua l'avremmo preso, e invece è fuggito. E adesso chi lo acchiappa?"
"Calmatevi, fratelli, non fate baccano inutilmente" disse Scimmiotto ridendo. "Prima ci sono tante cose da fare: il principe ereditario deve presentare i suoi rispetti a suo padre, la regina e le concubine devono salutare il marito. Poi bisognerà destare dal letargo i poveri ufficiali, che devono sapere che cosa è accaduto e rendere omaggio al vero sovrano. Sbrigate queste faccende, lo andrò a prendere."
Il bravo Scimmiotto fece come aveva detto. Dopo avere raccomandato alla protezione di Sabbioso e Porcellino il maestro e tutta la corte, concluse: "Ora me ne vado" e scomparve senza lasciar traccia.
Con un balzò salì al nono cielo e scrutò l'orizzonte per vedere dov'era finito il diavolo. Lo vide in fuga verso est e lo raggiunse gridando: "Fermati, mostro! Dove vuoi andare?"
Il re diavolo si volse furioso sguainando la sciabola: "Farabutto di uno Scimmiotto, non erano fatti tuoi se mi ero procurato un trono. Che bisogno avevi di trasformarti in poliziotto e di rompermi le uova nel paniere?"
"Bestiaccia impudente!" lo sgridò Scimmiotto, che si divertiva molto. "Sei un bello sfacciato. Come ti sei permesso di fingerti re? E poi, quando mi hai visto, avresti potuto prendere il largo; invece hai voluto farti giudice di un processo tutto da ridere. La testimonianza che volevi l'hai avuta; ora sta fermo, che ti do il resto." E menò una randellata.
|