Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     L'abile mostro aveva però sorpreso la richiesta, e senza indugio fu lui a salire i gradini. Scimmiotto fece per abbassare la sua sbarra sul vero Tripitaka. Per fortuna le divinità lo avvertirono e lo fermarono in tempo; altrimenti, anche se ci fossero stati venti Tripitaka, quel colpo li avrebbe ridotti a una ciotola di passato di verdura.
     Quando Scimmiotto si avventò su per i gradini, il mostro ne balzò giù, afferrò Tripitaka e insieme tornarono a mescolarsi alla folla, indistinguibili l'uno dall'altro.
     Scimmiotto cominciava a inquietarsi, e i sogghigni di Porcellino gli facevano perdere le staffe: "Cosa ti prende, scemo? Sei così contento perché adesso hai due padroni da servire?"
     "Fratellino, io sarò scemo, ma anche tu stai facendo la tua parte" replicò ridendo Porcellino. "Non c'è bisogno che ti dia tanto da fare. Abbi pazienza, dovrai sopportare un po' di mal di testa. Chiedigli di recitare la formula che sappiamo; io e Sabbioso li prenderemo per mano e staremo attenti. Uno dei due non la conosce, e quello è il diavolo. Non ti sembra facile?"

     "Grazie, fratellino. Questa è l'idea giusta. È una formula che conoscono soltanto il Buddha, che l'ha inventata, Guanyin e il maestro. Dunque, signori Tripitaka, avanti con la formula!"
     Il falso Tripitaka non poté che mormorare parole a caso. "Il mostro è lui!" gridò Porcellino, e lasciò andare la mano per afferrare il rastrello; ma il mostro schizzò via su una nuvola.
     I tre discepoli abbandonarono il maestro e si gettarono all'inseguimento: in breve i tre bonzi inferociti circondarono il diavolo maledetto.


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