"Fratello" esclamò Sabbioso, "si vede che vivi solo per il maestro: anche da morto ti resta il suo nome sulle labbra. Risvegliati, siamo qui!"
"Siete qui, fratelli?" disse Scimmiotto aprendo gli occhi. "Questa volta me la son vista brutta."
"Già, eri svenuto" rispose ridendo Porcellino. "Se non ti avessi dato una mano, non so se l'avresti scampata. Non mi pare di averti sentito ringraziare."
Scimmiotto si levò in piedi, guardò in alto e chiese: "Dove sono i fratelli Ao?"
"Siamo qui, sempre al vostro servizio!" risposero dall'aria i quattro draghi.
"Mi dispiace molto di avervi scomodato per nulla. Vi prego, ritornate a casa. Troverò l'occasione per rinnovarvi i miei ringraziamenti."
I draghi ritornarono indietro conducendo le loro truppe acquatiche in un maestoso corteo che il racconto non descriverà.
Scimmiotto ritornò nel bosco di pini appoggiandosi al braccio di Sabbioso, e sedette sotto gli alberi. Pian piano la sua respirazione si normalizzò completamente, ed egli pianse ed esclamò di nuovo: "Maestro!
Ricordo quando lasciaste il paese,
Mi liberaste da carcere duro.
Per monti e valli abbiamo camminato
E superato infiniti ostacoli.
Mangiavamo le offerte nella ciotola
E passavamo le notti nei boschi.
Vostro solo pensiero è il giusto frutto,
Ma ora non so cosa state soffrendo."
"Non stare a tormentarti, fratello" esortava Sabbioso. "Dobbiamo fare un piano per trovare soccorsi."
"Chi ci può soccorrere?"
"La pusa Guanyin, affidandoci il monaco cinese, ci aveva promesso che al bisogno cielo e terra ci avrebbero ascoltato. Chi altri ci può aiutare?"
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