Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Non io, ma il mio condiscepolo Consapevole del Vuoto. Il mostro si era trasformato in un bambino appeso a un albero, per mettere alla prova il nostro compassionevole maestro. Io l'avevo staccato dall'albero e il mio condiscepolo lo portava sulle spalle: è stato lui a gettarlo nel burrone; e allora il mostro ha scatenato una bufera che si è portata via il maestro."
     "Alzati. Andremo insieme dal signore della grotta: io ci metterò una buona parola, tu presenterai le vostre scuse e vedrai che vi restituirà il maestro."
     "Mi posso anche prosternare, se volete."
     "Seguimi."
     L'ingenuo bestione se ne tornò indietro ubbidiente fino all'ingresso della Grotta della Nuvola di Fuoco.
     "Non aver paura" disse il mostro entrando, "il padron di casa è un mio vecchio amico; entra pure."

     Come il bestione fece un passo oltre la soglia, un nugolo di mostriciattoli lo assalì e lo spinse nel sacco, ce lo chiuse dentro e lo appese alla trave maestra. Il diavolo riprese il suo aspetto, si andò a sedere sul suo seggio e lo apostrofò: "Di quali capacità ti vanti, Porcellino, per pretendere di proteggere il monaco cinese e osare di chiedere aiuto alla pusa contro di me? Faresti meglio ad aprire gli occhi: non mi conosci? Io sono il Grande Santo Re Fanciullo. Ma ora sei in buone mani: resterai lì appeso a frollare per quattro o cinque giorni. Poi ti cucineremo in stufato e i nostri mostriciattoli ti mangeranno annaffiato di buon vino."
     "Maledetto!" imprecava Porcellino. "Brutto impudente! Mangiatemi, imbroglioni, e io vi prometto che vi riempirò di peste dalle budella al cervello!"


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