E il bestione continuò su questo tono per un bel pezzo.
Nel frattempo Scimmiotto, seduto nel bosco, si sentì alitare sul volto un soffio d'aria dall'odore putrido. Starnutì ed esclamò: "Non mi piace. Non promette niente di buono. Temo che Porcellino abbia sbagliato strada."
"Se si perde, chiederà informazioni."
"Ma può essersi imbattuto nel mostro."
"Se così fosse, non credi che sarebbe stato in grado di fuggire, magari ritornando qui?"
"Non lo so. Resta qui all'erta; io do un'occhiata dalla parte del torrente."
"Ma ti fa male la schiena, potresti cadere in un'imboscata. Lascia che vada io."
"Non mi fido; lasciami fare."
Il bravo Scimmiotto serrò i denti per resistere al dolore, attraversò il torrente e si ripresentò davanti alla grotta, gridando: "Creatura malvagia!"
Il portinaio corse ad avvertire: "Il Novizio è ritornato e grida insulti davanti alla porta."
Il re ordinò di catturarlo e tutta la folla dei mostriciattoli si precipitò fuori urlando, spingendosi, urtandosi, brandendo spade e lance: "Acchiappa! Acchiappa!" Il malconcio Scimmiotto non se la sentiva di affrontare un combattimento; si nascose presso il ciglio della strada, recitò una formula e si mutò in un fagotto di tessuto ricamato d'oro. I mostriciattoli ritornarono indietro a riferire: "Maestà, il Novizio si è impaurito ed è scappato a gambe levate, abbandonando un fagotto."
"Portatelo qua" disse il re ridendo. "Non conterrà niente di valore, magari qualche tunica strappata e qualche vecchio cappello. Potrete ricavarne degli strofinacci, dopo una buona lavata."
|