"Alzatevi figlioli, ritorniamo a casa perché mi possa mutar d'abito" disse Scimmiotto.
"Se proprio lo desiderate; ma non è necessario" obiettarono i mostriciattoli. "La strada è lunga e il nostro re ci sgriderebbe se ritardassimo. Vi pregheremmo di venire come siete."
"Va bene!" esclamò Scimmiotto ridendo. "Fate strada, noi vi seguiremo."
Si misero dunque in cammino, con i sei mostri che facevano da battistrada gridando energicamente di far largo, e in breve raggiunsero la meta. Sveltofuoco e Vivovento corsero ad annunciare: "Vostra maestà, ecco il venerabile grande re vostro padre."
"Già di ritorno! Sapete essere ragazzi in gamba" li lodò il mostro. E ordinò subito ai capitani delle varie truppe di schierare i loro uomini, spiegare le bandiere e battere i tamburi per fare degna accoglienza. Tutti i mostriciattoli ubbidirono.
Scimmiotto ricuperò con una scossa tutti i peli che aveva trasformato in cacciatori, prese un'aria impettita e altera, entrò a gran passi e si andò a sedere al centro della sala con il viso rivolto a sud.
Bimbo Rosso si prosternò davanti a lui dicendo: "Real padre, vostro figlio vi saluta!"
"Basta con le cerimonie, figliolo" disse Scimmiotto; ma il re diavolo volle aggiungere quattro grandi riverenze.
"Perché mi hai chiesto di venire?"
"Il vostro indegno figlio ha catturato ieri il monaco dei grandi Tang delle terre dell'Est, un uomo che si è accuratamente coltivato attraverso dieci reincarnazioni successive. Ho sentito dire che assaggiare la sua carne dà una longevità paragonabile a quella degli immortali delle isole Penglai o Yingzhou. Il vostro stupido figlio non poteva permettersi di mangiarlo da solo, e vi invita a condividere il banchetto per guadagnare mille eoni di vita in più."
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