Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Il vostro discepolo non sapeva queste cose" riconobbe Scimmiotto interessato, giungendo le mani.
     La pusa venne avanti, sollevò dolcemente e senza sforzo il vaso con la mano destra e lo appoggiò sul palmo dell'altra mano. Quanto alla tartaruga, agitò la testa in segno di saluto e se andò via scivolando nell'acqua.
     "Così, avete addestrato quella balorda per fare la guardia al vostro vaso" commentò Scimmiotto.
     "Vedi, Consapevole del Vuoto, il concentrato di rugiada del mio vaso è tutt'altra cosa dalle pioggerelle che i re draghi possono mettere insieme in privato; a quello non resiste neanche il fuoco del samâdhi. Io te lo presterei, il vaso, ma tu non riesci a sollevarlo. Potrei farti accompagnare dalla fanciulla drago Buona Fortuna. Ma come faccio a fidarmi di un imbroglione come te? La ragazza è carina, il vaso immacolato ha il suo valore: mi sa che scomparirebbero l'uno e l'altra. E io dove lo troverei il tempo di venirti a cercare? Devi lasciarmi qualcosa in pegno."

     "Peccato che siate tanto sospettosa: il vostro discepolo fa il monaco da un pezzo, non ha più certi grilli per la testa. Che pegno vi potrei lasciare? Ho la mia tunica, ma me l'avete regalata voi. Il grembiule di pelle di tigre vale due soldi al mercato. La sbarra di ferro è l'unica arma che ho, non posso mica fare la guerra a mani nude. Sì, sì, qualcosa ce l'avrei: ho questo cerchio sulla testa. È d'oro fino! Voi recitate l'incantesimo per aprirlo e ve lo prendete; io ve lo lascio volentieri. Non saprei che cos'altro proporre."


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