Le divinità rispettosamente promisero e si ritirarono. Non occorse molto perché ritornassero ad annunciare che l'ordine era stato eseguito.
"Così va bene; potete ritirarvi nei vostri santuari."
Capovolse il vaso immacolato, e le acque ne uscirono ribollendo con rumore di tuono.
Le acque si riversano su tutta la montagna,
Aprendosi il passaggio con potenza oceanica
Nel corpo delle rocce. Una gran nebbia nera
Copre l'umido cielo ed il sole è velato
Di freddo alone azzurro. Montan flutti di giada
Assediando le rupi, ed il mare ricoprono
Tutto di loti d'oro. Va mostrando Guanyin
I suoi mezzi potenti; si cava dalla manica
L'arte di meditare che distende lo spirito.
Essa fa di ogni luogo soggiorno di immortali,
Come isole nei mari del Sud. Teneri fiori
Di udambara colorano questi fitti canneti
E le palme dispiegano foglie fresche nell'erba
Verdeggiante e odorosa. Riposan pappagalli
Sui bambù porporini; le pernici cinguettano
Dentro il bosco di pini. Ed a perdita d'occhio
Le onde si rincorrono sotto il vento ululante
All'assalto del cielo.
Lo spettacolo riempì Scimmiotto di ammirazione: "È davvero una compassionevole. Se li avessi a disposizione io, mezzi di quella forza, non credo che al momento di usarli mi perderei a pensare a scarafoni e bestioline."
"Consapevole del Vuoto, vieni qui; tendi la mano" ordinò Guanyin. Scimmiotto si rassettò e le tese la mano sinistra. La pusa inzuppò il ramo di salice nella rugiada del vaso e tracciò sulla palma del Novizio il carattere mi, smarrimento del cuore. Poi gli disse: "Ora chiudi il pugno e va subito a provocare l'orco a battaglia. Attento: non devi vincerlo, ma solo condurlo qui da me. Ho io i mezzi per ridurlo alla ragione."
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