Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Hui'an!" chiamò la pusa, "raccogli quelle spade e riportale a tuo padre. È inutile che poi ritorni qui; ci rivedremo direttamente all'assemblea degli dèi sul Potalaka." E Moksa ubbidì.
     Quel ragazzo feroce, però, non era domato. Quando non sentì più male, si vide il corpo indenne da ferite e quei capelli ridotti a tre ciuffi, brandì la lancia e avanzò contro Guanyin: "E io sarei stato vinto dalla legge? Ma non scherziamo! Erano solo trucchi da illusionista. Non ci penso nemmeno a ubbidire agli ordini degli altri. In guardia!" E si apprestò a colpire al viso. Scimmiotto, fuori di sé, balzò avanti roteando la sbarra e stava per abbatterla su di lui quando Guanyin gridò: "Fermo, so io come castigarlo!"
     Sbucò dalla sua manica il terzo cerchio d'oro. "Ecco qua, è un tesoro che mi diede il Buddha in persona, quando dovevo trovare nelle terre dell'Est qualcuno che fosse in grado di mettersi in cerca delle scritture. I cerchi erano tre: Strizza, Spezza, Schizza. Spezza l'ho usato per Consapevole del Vuoto; Schizza è servito per quell'orso che ora fa il guardiano del Potalaka. Mi rimane Strizza, ed eccolo qui: andrà a beneficio di questo bell'impudente."

     Che brava Guanyin! Agitò il cerchio contro vento e ordinò: "Cambia!" Il cerchio si divise in cinque cerchi diversi, che si gettarono sul ragazzo e gli circondarono il collo, i polsi e le caviglie.
     "Fatti in là, Consapevole del Vuoto, che adesso recito l'incantesimo per stringere il cerchio d'oro."
     "Ma pusa" gridò Scimmiotto atterrito, "che cosa ho fatto di male? Mi pare di avervi ubbidito meglio che potevo!"


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