Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Sciocco, non reciterò la formula di Spezza, ma quella di Strizza. Ci rimetterà soltanto questo giovanotto."
     Scimmiotto, rassicurato, si mise da parte a fare da spettatore.
     La pusa atteggiò le dita nel modo prescritto e a lungo recitò a mente le sue formule. Il mostro dapprima si sfregò le orecchie, si tormentò le guance, e poi finì per gettarsi a terra e agitarsi qua e là senza ritegno. Erano di sicuro

     Parole che raggiungono ogni cuore,
     Ogni grano di sabbia; non si può
     Sfuggire alla potenza della legge.

     Se poi in fin dei conti non sapete come il mostro si sottomise alla legge, lo saprete ascoltando il seguito.

     CAPITOLO 43
     COCCODRILLO NELL'ACQUA NERA

     IN CUI I MONACI VENGONO RAPITI DAL MOSTRO DEL FIUME DELLE ACQUE NERE, E IL FIGLIO DEL DRAGO DEI MARI OCCIDENTALI CATTURA COCCODRILLO.



     I tormenti del mostro cessarono solo quando Guanyin smise di recitare l'incantesimo. Ritornando in sé, si alzò e si rese conto di quegli anelli d'oro che gli serravano collo, polsi e caviglie; non c'era verso di levarseli, né di spostarli di un solo quarto di pelo. Quei tesori avevano messo radici: a stuzzicarli dolevano.
     "Mio bel fantolino" lo burlò Scimmiotto, "la buona pusa ti ha messo i braccialetti portafortuna: ne avrai bisogno, se vuoi diventare un ometto."
     Punto sul vivo, il ragazzo afferrò la lancia e cercò di trafiggere Scimmiotto, che si scansò, si nascose dietro la pusa e gridò: "Su, recitate l'incantesimo!"
     Guanyin inzuppò il ramo di salice nella rugiada del suo vaso, ne asperse il mostro e gridò: "Incrociato!" Il ragazzo lasciò cadere la lancia; le sue mani si incrociarono sul petto e restarono paralizzate in quella posizione. La si chiama ancor oggi: nodo di Guanyin. Immobilizzato, nell'impossibilità di toccare armi, il giovanotto comprese finalmente la potenza della legge del Buddha e si rassegnò ad abbassare la testa e a inchinarsi.


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