Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Discepoli miei, da dove viene questo rumore acquatico?" gridò allarmato Tripitaka.
     "Caro vecchio maestro" replicò Scimmiotto ridendo, "per essere monaco, vi preoccupate troppo di ogni stormir di fronde. Siamo in quattro, ma al rumore dell'acqua badate solo voi. Non avrete per caso dimenticato un'altra volta il sutra del Cuore?"
     "Quando mai l'ho dimenticato? Il sutra del Cuore mi è stato insegnato oralmente dal maestro di meditazione del Nido dei Corvi, sul Monte dello Stupa. Comprende in tutto e per tutto cinquantatré stanze e duecentosettanta parole. Lo ricordo dalla prima volta che l'ho udito, e da allora non ho mai smesso di recitarlo. Qual'è il versetto che avrei dimenticato?"
     "Maestro" disse Scimmiotto, "avete dimenticato: né occhi, orecchi, naso, lingua, corpo o spirito. Noi che abbiamo abbandonato le nostre famiglie dovremmo avere occhi che non vedono né forme né colori, orecchie che non sentono i suoni, naso insensibile agli odori, lingua priva di ogni sensibilità al gusto, corpo che non distingue il caldo dal freddo, spirito vuoto di vani pensieri. Questo si chiama esorcizzare i sei briganti. Voi invece, nella vostra ricerca delle scritture, siete sempre in preda ai pensieri; la paura delle creature malefiche vi tiene legato al vostro corpo; volete mangiare di magro, un po' per obbligo, ma anche per gusto; vi piace il profumo dell'incenso; le vostre orecchie si allarmano al minimo rumore; volgete gli occhi qua e là, e fissate ogni cosa. Non crederete di raggiungere il Paradiso dell'Ovest e di vedere il Buddha con l'aiuto dei sei briganti?"


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