Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Mentre stavano sulla riva a discutere, videro una barchetta che scendeva la corrente.
     "Guardate quella barca, discepoli!" gridò allegro Tripitaka. "Possiamo chiedere al barcaiolo di traghettarci."
     "Barcaiolo, vieni qui!" urlò Scimmiotto a pieni polmoni. "C'è gente che deve traversare."
     "Non faccio mica servizio di traghetto" rispose l'uomo. "Se dovete traversare, son fatti vostri."
     "In terra come in cielo, render servizi è l'atto più meritorio che ci sia. Non pretendiamo che organizziate un servizio di traghetto e non vogliamo disturbarvi più di tanto. Noi siamo figli del Buddha inviati in missione ufficiale alla ricerca delle scritture. Se ci fate la cortesia di portarci sull'altra riva, vi saremo molto grati."
     In effetti l'uomo accostò e, appoggiandosi al remo, fece presente: "Vedete, maestro, ho una barchetta troppo piccola per tutti voi."

     Tripitaka constatò che era una semplice canoa: un tronco d'albero scavato che poteva portare non più di due persone oltre il barcaiolo.
     "Come si fa?" chiese Tripitaka.
     "La canoa potrebbe fare due viaggi" suggerì Sabbioso.
     Porcellino, sempre pronto a sfruttare le situazioni, propose: "Voi restate qui a custodire bagagli e cavallo, mentre io parto con il maestro per assicurare la sua protezione. Sabbioso e il cavallo potranno poi seguirci con la barca, e il fratello maggiore salterà di là dal fiume per conto suo."
     Scimmiotto approvò: "Va bene, facciamo così."
     Il bestione aiutò il maestro a montare sulla canoa, montò anche lui e il barcaiolo immerse il remo e prese il largo. Quando furono in mezzo al fiume, si udì mugghiare un turbine che sollevò le nere onde fino al cielo: una bufera delle più violente. Che vento!


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